La ciammarica

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Si dice che la prima volta con una donna possa non essere soddisfacente al massimo perché ti porti dentro troppe paure, troppi timori che rovinano l’atto più bello del mondo. Ma anche la tua prima partita della squadra del cuore può fare questo effetto.

Dopo mesi di insistenze, approfittando della bella giornata (avevo appena sei anni) riuscii a convincere il sor Emiddio a portarmi con sé allo stadio. C’erano i suoi amici più cari di allora: Piero, Giuliano, Basilio e credo anche Peticcia. Io ero l’unico bambino della compagnia. Al Cino e Lillo si affrontavano Ascoli e Sambenedettese, insomma: come cominciare col botto l’avventura nel calcio guardato! Ma arrivai all’appuntamento con qualche timore di troppo: avevo sentito di botte tra tifosi, della pericolosità di un ambiente che nel mio immaginario era fatato e stimolante ma che le cronache davano per pericoloso e potenzialmente violento.

In curva nord, con solo la parte di sotto disponibile (la parte di sopra sarebbe arrivata con la serie A) me ne stavo nel mio cantuccio al fianco di papà. Lui parlava con i suoi amici, io registravo nella mia mente tutto quello che accadeva. La formazione fu un’emozione fortissima: come gli altoparlanti staccarono il nome di Campanini si levò un grido di guerra che sentivo per la prima volta, e che mi avrebbe conquistato ogni volta nel corso degli anni 70.

Ho visto vincere l’Ascoli con l’Inter, rifilare un 2-0 alla Juve campione del mondo, Agostini segnare in rovesciata uno dei gol più spettacolari di sempre. Ho visto Gullit mettersi in ginocchio con le mani giunte di fronte a un cartellino rosso, Pircher non accorgersi di aver infilato l’Inter di nuca. Molte cose ho visto dopo quella giornata del 1970. E ho sempre esultato come un invasato, anche quando non sarei in condizione di farlo (chi mi conosce sa perché).

Ma quella volta, quando l’arbitro concesse un rigore ai bianconeri e il libero Pagani lo insaccò, in mezzo al Maracanà non trovai il coraggio di esultare e rimasi seduto. Un po’ come quando “ti fai la prima” e rimedi una figura così-così. Potrai andare pure con Julia Roberts in seguito, ma se all’inizio con la compagnetta di giochi del piano di sotto non sei stato in grado di reggere bene l’emozione, ti rimarrà sempre quel piccolo rincrescimento.

Vorrei poter tornare indietro a quel giorno, e nel momento in cui il siluro di Pagani si insacca vorrei, oggi per allora, abbracciare mio padre e dargli un bacio sulla guancia: “Grazie papà per avermi portato con te!”

Innamorato dell’Ascoli, il primo amore non si scorda mai. Pure se ié fatte nucco’ ciammarica. (*)

 

(*) effetto ciammarìca (lumaca): ad Ascoli, barzottatura dell’organo durante l’atto sessuale

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